Ecco, ci risiamo. Sembra proprio che in Trentino la storia si ripeta sempre allo stesso modo, senza grandi sorprese. Il centrodestra locale è di nuovo alla disperata ricerca di un candidato per le elezioni amministrative, quello giusto per prendere in mano la città e fare il Sindaco di Trento. E indovinate un po’? La strategia è sempre la solita: tirare fuori dal cilindro qualche nome famoso al di fuori della politica, con la speranza che la sua fama possa portare voti. Funziona? Eh, bella domanda.
Stavolta il nome al centro dell’attenzione è Mauro Giacca, il presidente del Calcio Trento. Non solo presidente, però, è anche un imprenditore che nella comunità ha un certo peso. La gente lo conosce, lo rispetta. Ci sta, insomma. Ma qui viene il punto critico: esperienza politica? Zero. Eppure, la Lega del Presidente Fugatti ci spera, pare lo abbia già preso di mira, convinta che il suo carisma possa muovere le acque e dare una scossa all’elettorato. Una mossa che abbiamo già visto, un déjà-vu che, se ci pensi, mette in luce un problema mica da poco: la difficoltà della politica, e non solo del centrodestra, nel tirar fuori candidati interni con spessore, capaci, che abbiano un’idea precisa di dove portare la città.
E quindi eccoci qui, ancora una volta, a guardare lo stesso film.
E la risposta dell’Imprenditore? Non si è fatta attendere. Pare abbia declinato l’offerta, e lo ha fatto con una motivazione tanto semplice quanto eloquente: gli impegni professionali e le responsabilità verso la squadra del Trento Calcio non gli permettono di accettare. Una scelta che non solo rivela le sue priorità personali, ma che solleva un interrogativo più ampio: perché così poche figure di rilievo accettano di dedicarsi alla politica locale? E, ancora, perché l’impegno per il bene comune viene spesso visto come un sacrificio da evitare piuttosto che come un’opportunità da abbracciare?
La situazione si complica ulteriormente all’interno del centrodestra, con Fratelli d’Italia che sembra preferire una candidatura alternativa, possibilmente una donna proveniente dalla società civile. Una mossa che, se da un lato sottolinea la ricerca di diversità, dall’altro conferma la mancanza di unità all’interno della coalizione. E qui la domanda diventa inevitabile: è possibile che una comunità così dinamica come quella trentina non riesca a produrre al suo interno figure politiche credibili e pronte a guidare la città? È forse questo un segnale di quanto la visibilità sia diventata più importante della competenza?
Ciò che emerge, dunque, è un quadro sempre più frammentato, dove le divisioni interne (ormai all’ordine del giorno) e la corsa alla visibilità minano la costruzione di una strategia coerente. E se l’immagine viene anteposta alla sostanza, non stupisce che le conseguenze siano spesso disastrose per l’intera comunità. I problemi di fondo – una leadership poco preparata e la mancanza di visione a lungo termine – restano irrisolti, lasciando l’elettorato con un senso di insoddisfazione e incertezza come confermato ampiamente se guardiamo l’astensionismo durante le tornate elettorali.
L’esperienza insegna che la notorietà da sola non è sufficiente per governare una città come Trento. Anzi, puntare su personaggi popolari ma politicamente inesperti rischia di essere un errore miope, una mossa che illude nel breve periodo senza costruire solide basi per il futuro. Ed è qui che il centrodestra si gioca una partita importante: continuerà a inseguire soluzioni di facciata o sarà in grado di investire in una leadership vera, capace di affrontare le sfide con competenza e una visione strategica? Personalmente credo proprio di no e lo si vede tranquillamente attraverso la politica nazionale.
Maggio è ancora distante e le prossime settimane ci diranno quale strada sceglieranno. Ma una cosa è certa: il tempo delle strategie superficiali, in cui l’immagine conta più della sostanza, potrebbe non portare i frutti sperati. E la città, ancora una volta, rischia di restare ferma, in attesa di una guida che forse tarda ad arrivare ma con la certezza di qualche pista ciclabile in più.