Tradizione antica della Sardegna che rappresenta una delle espressioni più intense del lutto collettivo. Le Atitadoras, o prefiche, erano donne chiamate a piangere i defunti, rendendo omaggio al dolore attraverso canti lamentosi, veri e propri poemi in cui si mescolano sofferenza e memoria. Queste figure, tipiche soprattutto dei villaggi dell’entroterra sardo, avevano il compito di esprimere il dolore della comunità e aiutare i familiari a vivere la separazione in una sorta di rito catartico.

Le Atitadoras seguivano una struttura rigorosa: con il capo coperto da uno scialle nero e un’espressione austera, intonavano versi struggenti in sardo, che narravano la vita del defunto, le sue virtù e il vuoto lasciato. I canti non erano semplici lamenti, ma racconti che onoravano la memoria, quasi un dialogo tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Questa tradizione, che affonda le radici in epoche arcaiche, rappresenta un modo di vivere il lutto in comunità, condividendo il peso della perdita e riconoscendo la morte come parte del ciclo naturale della vita. Col tempo, il ruolo delle Atitadoras si è affievolito, ma la loro memoria persiste nelle nuove generazioni che cercano di riscoprire questa antica pratica. Oggi, alcuni gruppi culturali e artisti locali stanno cercando di riportare alla luce questa tradizione, riconoscendone il valore antropologico e poetico.

Su Lamentu de sas Atitadoras non è solo un rituale di lutto, ma un simbolo della resilienza sarda, della capacità di trasformare il dolore in espressione artistica e di preservare il legame con le proprie radici. Tra le parole e le voci delle Atitadoras si riscopre una Sardegna autentica, un’isola che continua a raccontarsi attraverso le sue tradizioni più intime e toccanti.

“My journey through Sardinian lands” – a story of ancient traditions, breathtaking landscapes, and the soul of an island. Stay tuned for a glimpse into Sardinia’s timeless magic.

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