Il testo esplora la figura dell’accabadora nella cultura sarda del ‘900, un ruolo delicato e controverso responsabile di porre fine alla vita delle persone gravemente malate attraverso l’atto compassionevole dell’eutanasia. La segretezza e il rispetto che circondano questa pratica riflettono le complesse dinamiche etiche, morali e sociali all’interno della comunità sarda dell’epoca.