Pensavamo di aver toccato il fondo quando, con la scusa di intrattenere, la televisione ci aveva propinato i peggiori varietà e dibattiti-flash. Ma pare che al peggio non ci sia mai limite. L’ultima prodezza di Canale 5 si chiama “The Couple”: non bastava un altro reality? Evidentemente sì, dato che stavolta abbiamo otto coppie – che siano amici, parenti o conoscenti a malapena – messe alla prova in “sfide fisiche e mentali” (ammesso che qualcuno abbia ancora un barlume di materia grigia su cui fare leva).

Ilary Blasi, sempre più decibel e sempre meno padronanza, si agita tra collegamenti e urla, come se fosse l’unico modo di animare un format che arranca di suo. Sulla carta, dovrebbero essere “sfide mentali”, ma non illudiamoci. Ci sono personaggi che non riconoscono Napoleone neanche se lo vedessero con la mano infilata nel gilet e la bandiera francese alle spalle. E poi c’è l’inevitabile équipe di opinionisti dal ruolo fumoso: Francesca Barra giornalista e Luca Tommassini, coreografo dalle mille qualità artistiche ma che in TV sembra voler compensare con l’iper-presenza la scarsità di contenuti. Il risultato? Una bolgia di voci, gag e battute che raramente superano la soglia dell’asilo.

Il filo conduttore? Quell’irresistibile tendenza alla “infantilizzazione” del pubblico, con i concorrenti che scambiano l’ignoranza per spontaneità. Tanto, siamo tutti lì a sghignazzare (o almeno è ciò che si spera) davanti ai discorsi colmi di doppi sensi e all’ennesima rivelazione “piccante”. Basta che un’ex velina dichiari di amare la passera scopaiola (l’uccellino, sia chiaro) per scatenare un’orgia di ammiccamenti da doposcuola. E se non basta, ecco la notizia che l’amico del cuore di un’altra concorrente è anche il suo ex fidanzato “che ha preso un’altra strada”… Più che rivelazioni degne di un dibattito, paiono copioni scopiazzati da un teen-drama di seconda mano.

Nel frattempo, la conduttrice urla, sbraita, strilla. Forse crede che sia l’unico modo per mantenere il ritmo di un programma altrimenti ai limiti della narcolessia. O forse ha preso lezioni da qualche coach dalla vocazione militaristica, e pensa che più si alzano i toni, più la gente si appassiona. Non funziona così, ma a quanto pare a Mediaset non l’hanno ancora capito.

La domanda è sempre la stessa: perché il pubblico dovrebbe sorbirsi questo circo di non-cultura mascherato da intrattenimento? La risposta, purtroppo, è tragicamente ovvia: perché “The Couple” e simili ci ricordano che la vita, oggi, sembra un misero appendice dello show business. Totti fa l’ambasciatore miliardario in giro per il mondo, Ilary scimmiotta un format logoro, tutti fingono di crederci, e noi, come lobotomizzati, rischiamo di adeguarci all’ennesimo reality che, di reale, ha solo la pochezza dei suoi contenuti.

In conclusione, c’è solo da constatare che la TV nostrana, anziché risollevarsi dall’abisso, continua a scavare. D’altronde, il trash paga, almeno nell’immediato. Ma attenzione: non stupiamoci poi se l’Italia, di fronte a domande un po’ più serie (tipo “chi era Napoleone?”), cadrà dalle nuvole e risponderà con la stessa confusione che regna nei salotti televisivi. Quando la normalità diventa un vociare senza senso, e la cultura si confina tra una battuta pruriginosa e l’altra, possiamo dire addio al buon gusto. E, ahinoi, anche a un briciolo di amor proprio.

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